
Il più importante centro enologico della Media Valle del Calore, Taurasi, è posto su di uno sprone del versante destro che domina da notevole altezza (m.398 s.l.m.) il fondovalle, a monte del punto in cui il fiume è valicato dalla S.S. 90 delle Puglie.Le origini della nostra città si perdono nella notte dei tempi: i numerosi ritrovamenti archeologici attestano che questo territorio era abitato già nell'Eneolitico, come testimoniano i recenti rinvenimenti di contrada San Martino.Il nome di chiara origine osco-sabellica, fa riferimento al toro, mitico animale, condottiero della tribù dei "Taurasini" della stirpe dei sanniti, che giunti dal Nord andarono ad occupare una vasta zona tra le odierne province di Avellino e Benevento, che da essi prese il nome di "Ager Taurasinus" ("Campi Taurasini") o forse "Cisauna" ("Cis[D]aun[i]a"), al di qua dei monti della Daunia, e portarono alla nascita della città-Stato di Taurasia.
Dell'importanza che questa terra venne ad assumere, vi è testimonianza nell'epitaffio inciso sulla fronte principale del sarcofago del legato romano Lucio Cornelio Scipione Barbato; la città da lui conquistata nel 298 a. C. nel corso della III guerra sannitica ed il suo territorio divenne "agro pubblico del popolo romano".
Sempre nei pressi di questa città, il console romano Manlio C. Dentato, nel 273 a.C., sconfisse le armate di Pirro. Durante le guerre puniche, i Taurasini si schierarono con Annibale e si difesero tanto strenuamente da subire, da parte dei Romani, il quasi totale annientamento. La città, al termine delle ostilità, divenne "foederata", ossia alleata di Roma.
Nei quasi spopolati territori taurasini, nel 181-180 a.C., per ordine del senato di Roma furono deportati i Liguri-Apuani.Durante la guerra sociale del 90-89 a C., la città si ribellò a Roma e fu saccheggiata; successivamente ebbe lo statuto di "municipia" e si vide latinizzare il nome in "Taurasium" e iscrivere alla tribù (elettorale) "Cornelia". Dopo la battaglia di Filippi, nel 42 a.C., durante il triumvirato augusteo, il territorio fu dato ai soldati romani veterani, diventando "colonia militare" ed i nuovi padroni iniziarono a costruire delle ville, mentre un'altra parte di esso passò nelle mani della seconda moglie di Augusto, Livia Drusilla. In questo periodo storico si diffonde la coltivazione della vite "Ellenica", infatti, Tito Livio scrisse di una Taurasia dalle "vigne opime".
Con l'arrivo dei Longobardi, si ha una rinascita e sorge l'odierna Taurasi, quasi sul medesimo sito. Nell'883 e tra il 900-910 subisce una serie di distruzioni da parte dei Saraceni.Con l'arrivo dei Normanni, il Castello ("Castelli Taurase") viene ricostruito ed assegnato, nel 1101, a Trogisio di Taurasi della stirpe dei Sanseverino; con costui la baronia di Taurasi raggiunge il suo massimo prestigio ed importanza, infatti, essa andava dalle porte di Benevento e Avellino fin sotto il territorio di Sant'Angelo dei Lombardi.
Alla sua morte, la grande baronia fu divisa tra i figli: Alamo ebbe Taurasi, Giacomo ebbe Castelvetere, Mabilia andò in sposa al cugino Trogisio di Grottaminarda e Ruggiero ebbe Monticchio; quest'ultimo donò a San Guglielmo da Vercelli un pezzo di terra dove poi sorse il Monastero del Goleto. Ribellatosi a Ruggero d'Altavilla conte di Sicilia, Alamo fu privato della sua baronia, che venne concessa ai Gesualdo ed il feudo fu compreso nella connestabilità di Gilberto di Balvano.Nel 1147 Taurasi passò a Ruggiero di Castelvetere, nipote di Alamo di Taurasi. Egli, sposando Pieronne de Aquila, contessa di Avellino, ebbe anche questa città. E' del novembre 1179 il primo documento in cui viene citata la vite di Taurasi; in questo periodo sorgono le prime abitazioni la di fuori delle mura del Castello. Nel 1195, Pieronne si rifugia a Taurasi, tra i suoi amati vassalli, essendo Avellino ingovernabile e ribelle. Intanto il feudo passava di barone in barone, da Pagano de Paris a Matteo da Castelvetere, da Ruggiero Gesualdo a Manfredi Maletta.Nel 1271 divenne abate di Montevergine Giovanni da Taurasi: egli si recò per ordine di papa Gregorio IX al secondo concilio ecumenico di Lione.Nel 1289, con la morte di Enrico de Taurasi, il feudo passa alla nipote Taurasina che va in sposa ad Enrico de San Barbato. A questi, nel 1292, viene ordinato di recarsi al raduno militare di Eboli con ben 30 balestrieri: l'avvenimento fa pensare alla grande ricchezza che aveva Taurasi in questo periodo. Nel 1325, fervendo la guerra contro gli Aragonesi, fra gli altri capitani angioini che andarono in Sicilia sotto il comando di Carlo duca di Calabria, vi è Tommaso de Taurasi. Non si sa per quale ragione Taurasi sia passata ai Lautrec nel 1384, però non la tennero per molto, perché nel 1418 entrò nei beni feudali dei Caracciolo e nello stesso anno Tommaso de Taurasi divenne vescovo di Monteverde.
Nel 1461, Giacomo Caracciolo parteggiando per Giovanna D'Angiò si schierò contro gli Aragonesi, il Castello fu stretto d'assedio e saccheggiato dalle truppe di re Ferdinando I; intanto il feudo veniva concesso a Luigi Gesualdo, il quale, nel 1490, lo vende a Ettore Pignatelli. Il Castello già compromesso e quasi cadente, pochi anni dopo viene addirittura bombardato da Federico I. Nel 1506 ritornarono i Gesualdo e con Carlo I, dal 1586, la città venne interamente ricostruita (anche il Castello, così come si presenta oggi) ed abbellita di nuovi splendidi palazzi. Il principe madrigalista amò talmente Taurasi, da lasciarlo scritto nel suo testamento: secondo alcuni documenti, qui egli era nato nel 1566.Nel 1636, il feudo di Taurasi viene acquistato da Niccolò Ludovisi dei prìncipi si Piombino. Una ventina di anni dopo, una terribile peste colpì l'Italia e nemmeno Taurasi fu risparmiata, tanto che persero la vita più ella metà degli abitanti.Nel 1668, Giovan Battista Ludovisi cedette il feudo alla Corte regia perché oberato dai debiti, e pochi anni dopo esso venne acquistato da Isabella della Marra. Arrivarono poi i Carafa d'Aragona e in seguito i Latilla (dal 1726); uno di essi, Benedetto, nel 1754 divenne vescovo di Avellino. Nel 1779, con la nascita della Repubblica Napoletana, anche a Taurasi fu piantato l'albero della libertà. Con il ritorno della monarchia, i Latilla, marchesi di Taurasi, rimasero fino all'abolizione della feudalità.Nel 1809 nasce ufficialmente il Comune di Taurasi. Durante i moti carbonari vi era una "Vendita" denominata "Gli auspici di Clelia". Nelle prime elezioni libere tenute nel 1848, tra i deputati eletti nel Principato Ultra vi era il colonnello Vincenzo degli Uberti, originario di Taurasi, divenuto poi Ministro dei Lavori Pubblici. Nel 1860 Taurasi è annesso al Regno d'Italia e nel 1893 è dotata della stazione ferroviaria.
Compiuta l'unità d'Italiasotto il regno di Vittorio Emanuele IIil municipio di Taurasi,essendo sindaco Ciriaco de Angelis,descretò di costruire questa strada nel 1868Durante le due guerre mondiali, Taurasi ha dato un grande contributo di sangue per difendere l'onore della Patria. E' da ricordare, inoltre, la figura di Gerardo De Angelis, registra cinematografico a Cinecittà, martire delle Fosse Ardeatine.Nel 1992, infine, Taurasi "Terra del Vino", è Comune d'Europa.