martedì 1 luglio 2008

Recensione dell'evento Corriere del Vino

Una “due giorni enogastronomica” a cura dell’associazione Gli Enogastrofili, con la collaborazione del Corriere del Vino, del Melmo Blog, dell’Av Onlus e del Comune di Taurasi. La due giorni ha visto protagonista il territorio taurasino, celebre per l’omonimo vino e le istituzioni che hanno agevolato lo svolgimento dell’evento. Il clou della due giorni era la serata a degustazione nel maestoso Palazzo Marchionale di Taurasi, costruito dai normanni nel VII sec. e recentemente restituito alla popolazione dopo un restauro durato oltre 4 anni.

L’entrata nella sala del castello lascia a bocca aperta i presenti, la sistemazione è degna di un ricevimento importante, l’eleganza, senza eccessi, è calorosa.

Solo un attimo di piccolo impaccio per sistemarsi…e tutti possono godere dell’ottimo aperitivo un aromatico Greco di Tufo 2006 della cantina Antica Hirpinia abbinato con una pregevole bruschetta con il lardo profumato. L’abbinamento potrebbe sembrare un po’ spericolato, ma si rileverà vincente, almeno a giudicare la fretta con cui sia uno che l’altro vengono terminati: anche perché questo Greco è ampio e floreale, più che erbaceo e in alcuni suoi spunti non sembra ricordare un classico Greco. Merito senza dubbio delle tecniche di vinificazione innovative della Cantina.

Gli ospiti, messi subito a loro agio da un servizio impeccabile, possono girare nelle stanze del castello che uniscono eleganza e storia. Qualcuno raggiunge la cupola del castello, da dove si può ammirare il bellissimo panorama sottostante. Finalmente pronti alla cena e mentre viene servito l’appetitoso antipasto prendono la parola Stefano Scravaglieri, presidente dell’associazione, il sindaco di Taurasi Antonio Buono, Raffaele Inglese enologo di diverse cantine del circondario ed a seguire il vice- presidente della Proloco di Taurasi, Antonio Palermo e infine noi del Corriere del Vino. Tutti gli interventi sono all’insegna dei saluti e della cordialità. Quando le parole finiscono è chiaro il clima di amicizia, di curiosità, e di collaborazione che si è instaurato tra i presenti.

L’appetitoso antipasto formato da affettati irpini, crostini caserecci, frittatine ai tre sapori, delizie dell’orto, ricottina con olio e pepe nero) viene saggiamente accompagnato dall’Aglianico base, annata 2005, della Cantina Sella delle Spine di Luigi Caggiano, mentre la strepitosa “zuppa delicata” è stata abbinata al Taurì di Antonio Caggiano, annata 2005.

L’Aglianico Sella delle Spine, che è poi il base dell’omonima cantina, è una buona apertura alla serata: corposo, con tannino non invadente e una giusta acidità. Per quanto riguarda il Taurì, l’annata 2005 sembra riuscita e non si discosta molto dall’eccellente annata precedente. Al naso è ampio e complesso e in bocca le spezie si fanno sentire, ma non in maniera fastidiosa, tutt’altro.



Come primi vengono serviti le Rosette allo speck e fontina in salsa profumata ai porcini e i Cicatielli lardiati con ruchetta selvatica e scaglie di parmigiano. Le portate non hanno nessun ingrediente in comune e neanche i piatti con cui vengono serviti hanno la stessa forma, ma…Sono sapori veri di questa terra. Buoni, avvolgenti, caratteristici.

In particolare i Cicatielli sono una delizia meritevole di essere assaggiati almeno una volta nella vita. Ad accompagnarli con la dovuta attenzione ci pensano due calici premiati: il Taurasi Riserva 2003 della già citata cantina Antica Hirpinia e il pluripremiato Taurasi Vigna macchia dei Goti di Antonio Caggiano, in quest’occasione il 2003. Il primo conferma la bontà dell’annata: un risultato interessante di una cantina all’avanguardia. Bel colore rosso rubino, cenni di vaniglia e rovere al naso, in bocca equilibrato e speziato. Il Macchia dei Goti è un vino decisamente elegante: al naso frutta rossa e sottobosco, si apre in bocca piano per un finale che è lunghissimo. Ricordavamo un 2002 anche un po’ rude e con pochi “riccioli”, una caratteristica tipica dell’aglianico che non scompare in quest’annata, che in effetti ci è parsa una buona simbiosi tra le due caratteristiche.

L’invitante secondo piatto è composto da spezzatino di cinghiale selvatico con contorni vari. Sullo spezzatino due parole bisogna aggiungerle. Non sappiamo se la Pino Camarro Event ne faccia il suo cavallo di battaglia come più volte sentito echeggiare nella sala, ma il piatto è veramente molto buono. A metà della pietanza…cambio dei calici ed entrata in scena dell’ultima D.O.C.G. della serata. Si tratta del Taurasi, annata 2003, di Sella delle Spine, l’azienda di Luigi Caggiano.

Un vino con una buona struttura e, riconosciuto un po’ da tutti, dall’altissima potenzialità negli anni a venire. Un po’chiuso all’inizio, ma ha a disposizione un po’ di tempo per aprirsi ed evolvere, giacché è l’ultimo piatto della serata in attesa dei dolci. Col passare dei minuti l’alcolicità lascia spazio ad un ottimo profumo di frutta rossa in conserva e di frutti di bosco. In bocca è lungo e persistente, e da l’idea che la sua evoluzione sia ancora in atto. Parliamo di un vino che risente un po’ del poco affinamento in bottiglia, dovute a cause esterne non imputabili alla tecnica di vinificazione, ma che lascia intravedere risultati importanti di qui a qualche anno. Il giusto “fuoco d’artificio” che, enoicamente parlando, chiude la cena. Tra l’altro avevamo ben apprezzato il 2002 di questa cantina, una delle prime produzioni. Speriamo che il produttore, presente nella serata, sappia coltivare la passione che anima questa produzione e sappia gestire il patrimonio che si ritrova tra le mani. Prima dei saluti una cascata di Mpepatelli, dolci tipici di Taurasi, e una valanga di alta pasticceria accompagnata da un freschissimo Limoncello della Costiera Amalfitana.



Una serata gradevole per tutti gli ospiti e da ricordare per il clima che subito si è instaurato. Il Sindaco Antonio Buono, signor Caggiano, produttore di Sella delle Spine, e il signor Inglese, enologo, non si sono lesinati nelle spiegazioni e hanno dedicato agli ospiti ulteriori attenzioni riguardo l’aspetto principale della serata che è sempre rimasto l’aspetto enologico e del territorio di riferimento. A tutti porgiamo i ringraziamenti per la pazienza e la cordialità con cui ci hanno fatto capire e respirare subito “l’aria Irpina”.

A tutti rinnoviamo l’invito di continuare sulla strada che hanno intrapreso: quella della qualità del prodotto sopra ogni cosa, quella del rispetto della natura, quella del rispetto per il potenziale cliente, quella dell’orgoglio di “fare” un prodotto tipico, buono ed originale senza tagliare le radici con una storia, un territorio ed una cittadina che non ha niente da invidiare a borghi, italiani e stranieri, di alta fama. E facciamo seguito anche all’invito di Stefano Scravaglieri, presidente degli Enogastrofili: lavorare tutti insieme per un unico obiettivo, l’affermazione del Taurasi, che deve diventare un punto di riferimento per la viticoltura del sud Italia. E la cooperazione per il raggiungimento di quest’obiettivo porta vantaggi a tutti costando di meno.

La strada è tracciata, l’interesse c’è, ne sono una prova gli Enogastrofili, se non mancheranno risorse e volontà…i risultati potrebbero essere migliori di quelli che oggi s’immaginano.







Marco Minotti .

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